IL GATTO UCCISO A CALCI E UN CASO STATUNITENSE

Tivoli, Italia (da Il Corriere della Sera, domenica 25\6\2000, Fabrizio Roncone “Giocano a calcio con un gatto fino a ucciderlo” pag.14).

I tre ragazzi erano annoiati e hanno deciso di passare il tempo giocando a calcio.

Come palla hanno usato un gatto nero. Il gatto trasformato in palla è morto.

I tre rischiano una multa per maltrattamento di animali, fino a 10 milioni.

La padrona del gatto, quando ha visto il gatto immobile sul marciapiede, ha cercato prima di fargli la respirazione bocca a bocca, poi un massaggio cardiaco.

Tutto inutile.

Il gatto era già morto.

Le due figlie della padrona del gatto hanno pianto per tutto il giorno.

Poi, lo hanno sepolto nel giardino di casa.

Leggendo questa notizia, il lettore può scegliere almeno due piste di valutazione:

a) inorridire per la crudeltà e il cinismo dei giovani d’oggi

b) stupirsi per il fatto che il Corriere ha dedicato un proprio inviato speciale e quattro colonne delle proprie pagine all’uccisione di un gatto;

c) considerare fa più notizia un gatto preso a calci che un rumeno bruciato dal padrone o a un giovane ecuadoregno giustiziato sulla strada da un praticante avvocato giustiziere.

Ma ecco che cosa accade negli Stati Uniti.

San Francisco, USA (da San Francisco Chronicle venerdì 2\6\2000, Jaxon Van Derbeken, S.F. Dog Killer Avoids 3-Strikes Sentence).

Joey Trimm, di anni 29, accortosi che il suo cane Guinness stava mangiando il cibo preparato per il gatto, colto da un impeto d’ira, lo ammazza di botte, lo mette in un sacchetto di plastica e lo butta nella spazzatura.

Ma la sua fidanzata, accortasi della mancanza del cane, lo denuncia.

Trimm viene arrestato Tutto ciò accade nel maggio del 1997, oltre tre anni orsono.

Trimm attende in carcere per tre anni il processo.

Il Procuratore distrettuale, avendo l’imputato già subito nel 1990 due condanne per molestie a due minorenni, chiede una condanna a 25 anni, in applicazione della legge dei “tre colpi”: alla terza condanna, per qualsiasi motivo, in California si ricevono non meno di venti anni di carcere.

Si giunge al processo.

Il Procuratore distrettuale sceglie una linea morbida.

Non per l’uccisione del gatto, ma per le molestie ai minorenni. A fronte di una ammissione di colpevolezza di Trimm, acconsente a considerare le due condanne precedenti per molestie come un solo episodio ai fini dei tre colpi, e chiede per l’uccisione del cane solo sette anni.

Il giudice ritiene eccessiva la richiesta e infligge una condanna a quattro anni.

Di fatto, Trimm uscirà dal carcere nel novembre di quest’anno, dopo tre anni e mezzo.

“Sono stupefatto per questo gesto di clemenza!” dichiara il portavoce di Voices for the Pets, una associazione per la protezione degli animali domestici “ma almeno tre anni li ha scontati”.