Recensione di manuali di diritto dell’ambiente

STEFANO MARGIOTTA, MANUALE DI TUTELA DELL’AMBIENTE, IL SOLE 24 ORE, 2002, pagg. 664, euro 50; ROSARIO FERRARA – FABRIZIO FRACCHIA – NINO OLIVETTI RASON, DIRITTO DELL’AMBIENTE, LATERZA, 2000, pagg.244, euro 18,08; GIAMPIETRO DI PLINIO – PASQUALE FIMIANI (a cura di), PRINCIPI DI DIRITTO AMBIENTALE, GIUFFRE’, 2002, pagg. 187, euro 11,50; GIOVANNI CORDINI, DIRITTO AMBIENTALE COMPARATO, CEDAM, 2002, pagg. 357, euro 25,00; ANNA D’AMICO CERVETTI, ELEMENTI DI DIRITTO AMBIENTALE, GIUFFRE’, 2002, pagg. 301, euro 21,00; NICOLA LUGARESI, DIRITTO DELL’AMBIENTE, CEDAM, 2002, pagg. 258, euro 17,50; ANTONINO ABRAMI, STORIA, SCIENZA E DIRITTO COMUNITARIO DELL’AMBIENTE, CEDAM, 2001, pagg. 1145, euro 82,63; LUCA MEZZETTI (a cura di), MANUALE DI DIRITTO DELL’AMBIENTE, CEDAM, 2001, pagg. 1210, euro 74,89; PAOLO DELL’ANNO, MANUALE DI DIRITTO DELL’AMBIENTE, CEDAM, 2000, pagg. 736, euro 41,32; BENIAMINO CARAVITA, DIRITTO DELL’AMBIENTE, IL MULINO, 2001, pagg. 421, euro 24,79.
Davvero fuori dall’usuale la produzione di volumi di carattere manualistico in materia di diritto dell’ambiente tra il 2000 e il 2002: otto complessivamente, di cui uno nel 2000, due nel 2001 e ben cinque nel 2002.

Si tratta di una testimonianza del successo di questa disciplina giuridica e della sua stabile affermazione tra i corsi universitari di carattere istituzionale.

Tre dei volumi hanno come titolo “Diritto dell’ambiente”: gli autori sono Beniamino Caravita (che riprende in molte parti il fortunato “Diritto pubblico dell’ambiente” del 1990), Ferrara-Fracchia-Olivetti (giunto alla terza edizione) e Lugaresi; due “Manuale di diritto dell’ambiente” (Mezzetti, già brevemente recensito in questa Rivista e Dell’Anno giunto anch’esso alla terza edizione) un’altro Manuale di tutela dell’ambiente (Margiotta), poi un “Principi di diritto ambientale” (Di Plinio-Fimiani), e un “Elementi di diritto ambientale” (D’Amico Cervetti).

Insieme a questo gruppo, possiamo prendere in considerazione anche due opere che toccano due ampi settori del diritto dell’ambiente:”Diritto ambientale Comparato” di Cordini (che è in realtà alla terza edizione) e “Storia,scienza e diritto comunitario dell’ambiente” di Abrami.

Assai diversa è la mole dei volumi in esame.

Il Manuale di Mezzetti (che è un’opera collettiva con le varie parti affidate a esperti del settore, coordinate da Luca Mezzetti), con oltre 1200 pagine, offre la trattazione più ampia e circostanziata; lo segue, con poco meno di 1200 pagine, il testo di Abrami, che è però dedicato, come detto, prevalentemente al diritto ambientale comunitario. Il manuale di Dell’Anno, con poco meno di 750 pagine, oltre alla parte dedicata ai singoli profili settoriali, offre una trattazione della materia prevalentemente dedicata agli strumenti e alle competenze amministrative.

I Principi con circa 180 pagine offrono la trattazione più concisa, anche perché limitata, appunto ad un tema specifico (i principi che governano il diritto ambientale). Un po’ più lunga – circa 250 pagine – è la trattazione offerta dai volumi di Lugaresi e di Ferrara ed altri.

Ma per quest’ultimo va osservato che, nonostante il titolo di carattere generale, il contenuto copre solo alcuni degli argomenti e dei profili tradizionalmente inclusi nel diritto dell’ambiente.

Esso è infatti suddiviso in tre capitoli: il primo dedicato a considerazioni e valutazioni introduttive, cui seguono un capitolo dedicato all’organizzazione e ai soggetti istituzionali e un ultimo capitolo dedicato ai procedimenti amministrativi in materia di ambiente.

Analogo discorso può essere fatto per gli Elementi di D’Amico Cervetti: il volume da un lato tratta argomenti che non sono generalmente ricompresi nel diritto dell’ambiente (legislazione urbanistica e espropriazione), d’altro lato omette di trattare, o tratta molto sinteticamente, alcuni temi che al diritto dell’ambiente certamente appartengono (inquinamento atmosferico, inquinamento acustico, tutela di flora e fauna, attività industriali e incidenti rilevanti, energia).

In conclusione, la trattazione più completa – tra le opere brevi – è quella di Lugaresi che riesce con brevità e capacità sintetiche ad esaminare la maggior parte degli argomenti che compongono il diritto dell’ambiente.

Quest’ultima considerazione introduce una valutazione più generale e cioè che a titoli di carattere generale corrispondono contenuti sensibilmente diversi (ovviamente, nell’ambito di una disciplina comune e quindi di temi forzatamente omogenei), o l’attribuzione di peso e importanza sensibilmente diversi ai medesimi contenuti.

Sono differenze che riflettono la diversa origine e la diversa destinazione dei volumi (il volume di D’Amico è dichiaratamente concepito in funzione di un corso di laurea in scienze ambientali ad indirizzo marino dell’Università di Genova e i contenuti riflettono questa destinazione) oppure le diverse propensioni degli autori. Ma mettono in luce anche il diverso modo di concepire e ricostruire il diritto dell’ambiente, la sua funzione e i suoi obiettivi.

Per esempio, ai temi di carattere costituzionale e quindi al tema dell’ambiente nella Costituzione, seppur esaminato da tutti i volumi, dedicano due ampie specifiche parti solo il Manuale di Mezzetti e il testo di Caravita (quest’ultimo inoltre dedica una particolare attenzione ai profili costituzionali anche trasversalmente, allorché tratta i vari altri settori).

Il tema della storia del diritto ambientale, d’altro canto, che permette di collocare l’assetto attuale in una prospettiva evolutiva e storica, illuminando l’ascesa e l’affermazione di questo settore del diritto – e quindi la presa di coscienza del problema ambientale e l’uso degli strumenti giuridici per individuare delle soluzioni – è assente da tutte le opere generali.

È invece ampiamente trattato – risalendo, con qualche forzatura, sin al diritto romano e limitando l’indagine alla realtà europea o internazionale – dal solo Abrami, il quale è anche l’unico autore che dedica ampio spazio agli aspetti scientifici e strettamente ecologici.

Gli aspetti del Diritto internazionale e comunitario, che costituiscono il vero motore del diritto dell’ambiente anche a livello statale (quasi tutti gli Stati, senza l’impulso della comunità internazionale e dell’Unione europea, ben poco farebbero per conservare o migliorare il loro ambiente; molti sarebbero ben contenti di peggiorarlo) restano poco trattati, quando non completamente pretermessi.

Essi sono oggetto di una esauriente trattazione solo da parte del volume di Mezzetti ove la parte di diritto internazionale è affidata a Massimiliano Montini e quella di diritto comunitario a Giovanna Landi (ciascuna di circa 40 pagine).

La trattazione di questi aspetti è assai più ampia, in realtà, soprattutto nella parte comunitaria, nel volume di Cordini e in quello di Abrami (che offre anche utili appendici di documentazione cartacee, inserite anche nel CDROM).

Ma entrambi i volumi, come si è detto, pur proponendosi di offrire una visione generale, sono specificamente destinati ai profili sopranazionali del diritto dell’ambiente. Essi quindi sono rivolti a lettori che vogliono specificatamente approfondire questi aspetti.

Nessuno dei volumi esaminati, invece, tratta alcuni temi che pure sono attualmente al centro del dibattito del diritto ambientale: mi riferisco in particolar modo ai rapporti tra diritto ambientale e disciplina del commercio, del mercato e della concorrenza, sia a livello internazionale che a livello transnazionale e ai controversi rapporti tra diritto dell’ambiente, globalizzazione e global governance.

È vero che i volumi hanno carattere manualistico; tuttavia è un peccato che temi che sono oggetto di una vasto e multiforme dibattito a livello internazionale non siano sia pur succintamente accennati, anche perché gran parte delle questioni che pure vengono esaminate – dai rifiuti agli inquinamenti, alle varie disposizioni di protezione della natura e delle risorse – non possono essere correttamente comprese e inquadrate se non inserite appunto in una prospettiva che tenga conto dei conflitti con altre esigenze e altre discipline.

Considerazioni analoghe possono farsi per i principi di diritto ambientale.

La formazione di un sistema di principi generalmente riconosciuti è di grande importanza nel diritto dell’ambiente, sia per la mancanza di corrispondenti norme di diritto internazionale ambientale, sia perché essi consentono agli Stati adattamenti e un grado di flessibilità che altrimenti sarebbe impossibile.

Il tema non è però oggetto della dovuta attenzione da parte di buona parte dei volumi in esame.

Fanno eccezione il volume di Mezzetti e, naturalmente, il volume ad essi specificatamente dedicato a cura di Di Plinio e Fimiani.

Quasi tutti i volumi toccano solo superficialmente anche i temi di diritto civile e in particolare le problematiche connesse alla responsabilità per danno all’ambiente.

Tra tutti affrontano con maggiore attenzione il tema Margiotta e Caravita, al quale dedicano un intero capitolo. Anche Dell’Anno riserva una ampia trattazione al tema del danno all’ambiente e dei rimedi civilistici per il risarcimento dello stesso.

Poco spazio è dedicato dai diversi autori anche agli aspetti di diritto penale.

Tra i volumi che affrontano in modo più approfondito il tema, ma limitandosi sempre e comunque agli aspetti sanzionatori senza approfondire altre problematiche di rilievo (quali ad esempio quelle concernenti gli elementi identificativi del reato) è ancora il testo di Margiotta. Più didattico il Dell’Anno, che tratta l’aspetto sanzionatorio a chiusura di ogni capitolo della seconda parte dell’opera, ossia quella relativa all’analisi delle diverse discipline settoriali.

Il solo testo di Caravita dedica un capitolo alla questione, oggetto di ampio dibattito all’estero, della responsabilità penale della persona giuridica per reati ambientali.

Maggiore interesse, infine, suscita il tema delle associazioni ambientaliste.

Tutti i volumi lo affrontano, soprattutto in connessione con le problematiche relative alla tutela degli interessi ambientali nella loro qualificazione come interessi diffusi.

L’attenzione riservata alle associazioni ambientaliste dipende dalla difficoltà di individuare il presupposto della qualificazione e della differenziazione dell’interesse protetto e dunque della legittimazione ad agire in giudizio: problematiche che inevitabilmente riverberano i loro effetti sulla effettività della salvaguardia dell’ambiente.

Vi sono invece argomenti che sono trattati, sia pure dedicando spazio e attenzione diversi, da tutte le opere considerate: sono quelli che possiamo considerare il tradizionale “zoccolo duro” del diritto ambientale.

Tra questi rientrano gli inquinamenti (dei vari tipi), la valutazione di impatto ambientale, l’organizzazione amministrativa e gli strumenti.

In conclusione, non vi è un’opera che da sola offra una trattazione davvero completa delle varie materie che compongono il diritto dell’ambiente, nelle sue varie sfaccettature: tutte offrono trattazioni differenziate, ancorché manualistiche, e adatte a diverse esigenze di lettori e studenti.

Alcune di esse potrebbero essere concepite come opere complementari, da utilizzare congiuntamente, talvolta anche nella trattazione del medesimo argomento. Tutte, comunque, rappresentano un contributo interessate e di rilievo alla sistemazione di una materia complessa e con valenze giuridiche trasversali.