BENJAMIN FRANKLIN

Una biografia sintetica, che mette in luce le contraddizioni, le incertezze, gli errori di uno dei più grandi personaggi della storia americana.

Un libro che volutamente trascura, accennandovi appena quel tanto che è necessario, tre aspetti della vita di Franklin sui quali molte altre biografie si soffermano: i suoi aspetti di incessante indagatore scientifico, di studioso di fenomeni naturali (dalla natura dei fulmini all’aereazione dei camini), la sua vita privata, con i suoi innumerevoli rapporti con i principali personaggi del tempo e con le diecine di mai definitivamente accertate storie d’amore (tanto che vi sono anche quelli che ritengono che sia rimasto sempre fedele alla moglie che sempre lo attendeva a Filadelfia di ritorno dai suoi viaggi); sia infine lo scenario politico globale, nell’ambito del quale si svolge la sua attività di uomo politico (e che in gran parte è dato per conosciuto nei suoi presupposti essenziali).

Eppure, il libro riesce a mettere a fuoco un Franklin diverso da quello abitualmente conosciuto e descritto, fragile e umano; un Frankin che all’interno della rissosa attività politica della Pennsylvania e delle colonie americane, e della tumultuosa politica internazionale, si muove con incertezze, timori, ansie, e tanti errori di valutazione e successive modifiche di atteggiamento; ma si muove anche con capacità, saggezza, misura e estrema risolutezza.

Così, Morgan lo descrive, utilizzando la straordinaria quantità di corrispondenza che rimane (diecine di volumi solo in questi anni definitivamente riordinati e catalogati).

Lo descrive quando insegue l’idea di realizzare un impero formato da Gran Bretagna e Stati Uniti Uniti, nel quale già immagina in un non lontano futuro lo spostarsi del rapporto di forze dall’Europa al Nuovo Mondo; o quando cerca ad ogni costo di modificare l’atteggiamento inglese nei confronti delle proprie colonie, da considerare non più sudditi marginali, ma partners imperiali, fino all’ultimo, quando la guerra sta per scoppiare, quando ormai anche le colonie vogliono liberarsi dal giogo inglese.

Non vuole accettare l’idea delle colonie americane indipendenti, né quello di condurre una guerra contro quella che considera la propria madrepatria.

Quando si rende conto della vanità dei propri sforzi, diventa rivoluzionario nel modo più estremo, e rifiuta qualsiasi compromesso. Un rivoluzionario riluttante.

Così, Franklin diviene l’americano più famoso in Europa nel Settecento, ed uno dei fondatori dell’America moderna.

La sua vita si dipana per tutto il secolo, densa di una attività impressionante di scrittore, di ricercatore, di uomo politico.

A 79 anni va per la prima volta in Francia, come ministro degli esteri di uno stato che ancora non c’è. Ottiene finanziamenti insperabili, promettendo che lo stato che non c’è sarebbe sorto, ricco e potente.

Un libro che non serve per inquadrare Franklin nel suo tempo, ma permette di inquadrare lati ed aspetti che rendono Franklin moderno e umano.