Quelli contrari alle vaccinazioni

Ho pubblicato questa nota sul mio sito di FB tempo fa.

Riguarda le squallide giustificazioni di coloro che rifiutano di sottoporre sé o i propri figli alle vaccinazioni (salvo poi correre a farle quando si verifica un’emergenza).
Nessuna vaccinazione è, esente da rischi, sia per coloro che sono sottoposti alla vaccinazione, sia per il personale medico e infermieristico che le effettua, sia infine, in taluni casi, per i soggetti (per lo più i parenti stretti) che si vengono a trovare in contatto con chi viene vaccinato.
Prendiamo malattie quali la poliomielite, il morbillo e la pertosse. Si tratta di malattie di differente gravità, ciascuna delle quali, in mancanza di vaccinazione estesa a tutti gli appartenenti a una determinata collettività, colpirebbe migliaia di soggetti, provocando lesioni permanenti e, spesso, la morte (consiglio di leggere il bellissimo romanzo breve di Philip Roth ambientato mentre divampava una epidemia di poliomielite negli Stati Uniti).
La vaccinazione evita, o riduce enormemente, il prodursi del rischio “naturale” consistente nella contrazione della malattia e nei suoi probabili o possibili effetti dannosi.
In cambio, crea un rischio “legale”, dovuto alla sottoposizione al vaccino.
Per esempio, ogni milione di soggetti vaccinati contro il morbillo, uno subisce gravi e permanenti lesioni cerebrali. E’ un rischio assai inferiore a quello di contrarre la malattia: secondo dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità muoiono ancora ogni anno nel mondo di morbillo decine di migliaia di bambini non vaccinati). Per effetto della vaccinazione, la mortalità per questa malattia è scesa, tra il 2000 e il 2008, del 78%.La vaccinazione contro il morbillo di circa 700 milioni di bambini ha evitato 4,3 milioni di decessi nell’arco di un decennio.
Lo stesso può dirsi per la poliomielite. Per ogni due milioni di vaccini antipolio erogati si verificano tre casi di polio tra i soggetti vaccinati, e un caso tra soggetti adulti non vaccinati che si siano trovati in stretto contatto con i soggetti vaccinati. Ma molte milioni di persone sono state salvate da questa malattia.
Dal un punto di vista di interesse pubblico generale e di politica sanitaria, non v’è alcun dubbio sulla opportunità di eliminare o ridurre il rischio naturale costituito dalla diffusione della malattia, sottoponendo la collettività all’infinitamente più modesto rischio legale della vaccinazione obbligatoria.
Il caso del vaiolo è emblematico: il vaiolo è praticamente scomparso e la vaccinazione antivaiolosa non è più obbligatoria. È stato quindi eliminato non solo il rischio naturale posto dal vaiolo, ma anche il rischio legale posto dall’obbligatorietà della vaccinazione antivaiolosa.
Quelli che sottraggono sé o i propri figli – con i più vari motivi – al rischio della vaccinazione, lo fanno ben sapendo di essere protetti dal fatto che la maggioranza si vaccina (e corre, anche per loro, quel piccolo rischio che la vaccinazione comporta). Appartengono alla sgradevole categoria dei free riders, insieme a quelli che non pagano il biglietto del tram, un servizio pubblico che può essere erogato se gli utenti rispettano le regole e acquistano il biglietto. Se la maggioranza non paga il biglietto, finisce il servizio pubblico.
E così, se la maggioranza fa prevalere la scelta egoistica in materia di vaccinazioni, torneranno poliomielite, difterite e pertosse per tutti.